mercoledì 29 giugno 2011

Torte, yogurt e relax…

Oramai abbiamo trovato i nostri ritmi all’alpe, abbiamo coordinato i nostri orari e le cose procedono tranquillamente. Il latte della prima mungitura arriva intorno alle 9 di mattina, sia dalle vacche che dalle capre, così Mao può dedicare il resto della giornata alla caseificazione.

100_0672

Dopo pranzo di solito ci concediamo un’oretta di relax, e ognuno fa quello che vuole, chi si beve una birra, chi fa una torta e chi scrive…un pomeriggio alla settimana facciamo lo yogurt, e ci impiega tutti: Laura invasetta, Mao chiude, io attacco le etichette, Astrid fa casino.

100_0945

100_0947

100_0955

100_0967

100_0971 

Intorno alle 18.30 di pomeriggio inizia la seconda mungitura, e si torna tutti a casa per cena intorno alle 21.00. Dopo cena una chiacchierata e poi tutti a nanna, sfiniti e contenti.

martedì 21 giugno 2011

Scene di vita quotidiana

Oggi la mia giornata la racconta Maya…

100_0769

100_0771

100_0775

IMGP0053

100_0728

Emozioni d’alpe

Settimana intensa all’alpe quella appena trascorsa, anche emozionalmente. Abbiamo perso due capre, forse avvelenate da qualche erba. Ne ho trovata una morta stecchita al risveglio, riversa, con la testa all’ingiù. L’altra, nel frattempo, si trascinava ancora lenta e stanca, moribonda. Ci ha lasciati dopo appena qualche ora. Il suo capretto, sempre vicino a lei, quel giorno l’ha lasciata ed è andato in giro con le altre capre, quasi avesse capito cosa stava accadendo. Non ricordo da quanto tempo non mi capitava di piangere così tanto. Chi l’avrebbe detto che avrei mai pianto per delle capre in vita mia? Lo stesso giorno, mentre ero in Capanna, mi sono scappati i due cani, Ron e Dumbo. Ron è tornato il giorno dopo, Dumbo da allora non si è più visto. Ci piace pensare che abbia sconfinato e che ora una famiglia italiana si stia occupando di lui, cercando di tenere a freno il suo spirito libero. Ma non solo brutte notizie qui..

100_0536

Sono andata a fare una passeggiata per i prati e a un certo punto mi sono ritrovata sdraiata in costume in un prato di fiorellini gialli, accanto ad un ruscelletto; chiudo gli occhi e penso: altro che giardino zen!

100_0608

Oltre agli uccellini che cinguettano a volte si sente il fischio della marmotta, in questa pace mi pare di poter avvertire anche il battito d’ali di una farfalla!

Inoltre abbiamo finito di caricare l’alpe. La famiglia, ora, è al completo. Sono arrivati: 15 maiali, 17 galline, 1 gallo, 1 tacchina, 1 gatto, 2 cani, 34 vacche e una manza incinta, 2 tori, 48 manze e vitelle, 94 capre e 13 capretti. La famiglia Arcioni è composta da Michele e Laura, Maya 6 anni, Astrid 3 anni e Honey 6 mesi. Poi c’è Andrea, l’addetto al fieno, Mao il casaro, io, Paul, appena arrivato dalla Francia a darci una mano e Michela, che arriverà alla fine degli esami di maturità.

100_0758 

Le giornate sono intense quassù, la sveglia suona per tutti alle 6 am. Poi ognuno parte per il suo lavoro e ci si rincontra alle 9.30 per la colazione. A me tocca, mattina e sera, la mungitura delle capre. Mi occupa all’incirca tre ore ogni volta, ma non è mai noioso! A volte scappa una capra da sopra al carro, a volte da sotto, di solito i più discoli sono i capretti, difficili da afferrare, riescono ad infilarsi dappertutto. Anche le anzelle sono niente male, curiosissime di tutto quello che accade attorno a loro. Mentre mungo mi slacciano il pantalone, mi mangiucchiano i capelli e mi tirano qualche lembo di maglietta!

100_0725

Ogni giorno è diverso all’alpe, un giorno scappa una gallina e devi andarla a recuperare in mezzo alla strada, a volte le capre si danno appuntamento nel pollaio, spesso all’appello mancano una decina di capre che se ne sono andate in libera uscita e devi andarle a cercare per tutta la montagna seguendo il campanello. Chiaro che per me non è ben distinguibile lo scampanellio delle capre da quello delle mucche, quindi a volte segue il quadrupede sbagliato! E questo non aiuta!

Con la fine del caricamento dell’alpe si è cominciata anche la caseificazione, ora si che siamo nel vivo dell’alpeggio!

 

100_0639

sabato 11 giugno 2011

La transumanza delle capre

È finalmente arrivato il giorno della transumanza delle capre. Sono emozionatissima. Ora si che si entra nel vivo di questo alpeggio. Sono tutte radunate nel loro recinto a Bosco Gurin; fuori dalla rete Laura, Astrid e i cani a guardare. Sull’ingresso del recinto io le chiamo offrendo loro del sale (perché, si sa (ahahaha!!!), le capre sono ghiotte di sale!), e loro, sfacciate, scappando nella direzione opposta a quelle su cui avrei dovuto condurle.

Primo tentativo: fallito.

100_0406

Dopo pranzo, aggressiva, sono pronta per il secondo tentativo. Capre dappertutto! Intorno e sopra di me. Tirandomi i lacci del pantalone, i lembi della maglietta, leccandomi le mani salate, sulle spalle, arrampicate l’una sulla schiena dell’altra, starnutendomi in faccia. Per un attimo ho creduto di morire, sopraffatta dalle capre, e non sarebbe stata una bella morte! Io, e le capre. A un certo punto hanno cominciato a muoversi, e ho potuto ricominciare a respirare. Mentre io strillavo isterica infatti, Mao, paziente, le chiamava.

Tutti i pastori di capre fanno un verso, il nostro è un misto di TIETIETIE e PEPEPE… Alcune persone, chiamandole, sono credibili, tipo Michele e Mao. Io mi sento ridicola, e credo che loro lo avvertano, perché a quanto pare il mio richiamo non convince molto!

100_0403

Obiettivo: caricare l’alpe delle capre, quindi far percorrere loro il sentiero che dal paese arriva fino a su.

2 km di salita, pendenza 60˚. Dopo lo sprint iniziale, per la precisione 50 m. dopo, è sopraggiunto il fiatone. Cavoli se corrono le capre! Impossibile stargli dietro! Mentre tutto il gruppo saliva, alcune rimanevano indietro, le più vecchie, stremate dalla fatica, e io con loro. Sempre dalla parte degli ultimi e degli emarginati io!

Dopo un’ora eravamo su all’alpe. Ero morta sfinita. Ho cominciato subito ad odiarle queste capre! Una volta su le abbiamo lasciate brucare tranquille nell’erba, ma alla prima goccia di pioggia hanno cercato riparo sotto il telone. Una, vecchia, è rimasta impalata sulla passerella del carro della mungitura, in salita, con il corpo esposto alle intemperie e la faccia al coperto. È rimasta così per ore, invece di raggiungere le compagne comodamente sdraiate sotto il telone! Mah!

100_0425

 100_0428

venerdì 10 giugno 2011

Storie d’ordinario alpeggio… (3)

Oggi la giornata all’alpe Grossalp è cominciata alle 6.45. Dopo un veloce caffè ho aiutato Mao a montare il carro per la mungitura delle capre. Recinzione, creazione della staccionata per impedire alle capre di passare nei piccoli spazi a loro disposizione, montaggio delle mangiatoie con tanto di dito mignolo schiacciato in un palo di legno (ahi che dolor!). All’alpe non c’è ancora nessuno, solo io e Mao che mettiamo a posto tutto e prepariamo per l’arrivo degli animali e per l’inizio della caseificazione.

100_0254

Arriveranno 60 vacche e 40 manze, 110 capre, 15 maiali, 3 cani, 1 gatto, 6 galline e 1 gallo (se lo ricomprano, visto che quello che c’era è stato sbranato dalla volpe). Oggi pomeriggio, dopo aver pulito tutta la zona superiore della casa, sono andata su alla Capanna Grossalp dove c’è birra e collegamento internet. Ci vogliono 10 minuti di fiato corto e glutei per arrivare quassù a 1907 m.slm. Tutto esercizio utile! Questa Capanna è un rifugio, d’estate si riempie di turisti sdraiati a prendere il sole, per ora è tranquilla col suo caminetto crepitante, meta d’approdo per gente in fuga dalla routine quotidiana, viaggiatori giramondo, un posto ideale per fare due chiacchiere riscaldandosi con un boccalino di rosso.

100_0247

Intorno alla Capanna, costruita con durissimo sforzo da parte di tutto il paese e il cantone, che hanno visto più volte vanificare i propri sforzi tra le lingue di fuoco, c’è un antico piccolo insediamento estivo per i pastori fatto di abitazioni originali, uno spettacolo da vedere. C’erano casette (alpuhettu), fienili (gadunschi), ripari per il bestiame (suschtu) e porcili (suwwhetti), tutti rigorosamente costruiti in pietra locale. Il gestore della Capanna ci ha preso in simpatia, facciamo spesso due chiacchiere insieme. Qui è facile stringere amicizia, lontano dal mondo si diventa tutti uguali.

100_0320

A volte andiamo su di sera, come quella volta che abbiamo approfittato di un passaggio in macchina di Christian (il gestore). Scendere è stata dura..brancolando nel buio pesto illuminati solo dalla fioca luce della luna. Il mio compagno di viaggio Mao era sicuro nei suoi zoccoli di legno che gli hanno garantito un ritorno a casa umidiccio, e la sua mantellona nera che quanto meno lo proteggeva dal freddo. Ci saranno stati 8 gradi fuori! Ma l’aria, quando non piove, non è umida, quindi tutto sommato si stava bene! Comunque tra stenti, mancate cadute, gridolini e piedi in fallo ce l’abbiamo fatta e siamo arrivati a casa, stremati e con una gran voglia di andare a dormire. Che bello il sapore della semplicità, come quell’attimo in cui ti fermi un attimo in salita e senti l’aria fredda graffiarti la trachea, entrare con decisione nei polmoni, fredda, e in quell’attimo pensi: è vita!

100_0379

giovedì 9 giugno 2011

Storie d’ordinario alpeggio… (2)

Siamo arrivati all’alpe. La casa è piccolina ma accogliente, assolutamente abbarbicata sulle montagne, lo spazio praticamente si sviluppa tutto in altezza. Ho una stanza singola, che rappresenta un gran lusso se si pensa che gli altri ragazzi dormono tutti in camera insieme, e anche Laura e Michele (papà e mamma famiglia) dormono con le bambine. Oltretutto mi hanno detto che se voglio posso ospitare chi mi pare, il che è una gran cosa..magari non verrà nessuno però l’idea che qualcuno possa venire a trovarti è sempre piacevole.

100_0258

Sono contenta e allo stesso tempo spaventata, sento di essere entrata a far parte di un mondo diverso. Fatto di animali, piccole gioie e grandi soddisfazioni, lavoro duro ed estenuante e linguaggi naturali. Con Mao oggi abbiamo chiacchierato un po’ delle nostre vite e dell’alpe, a volte lui mi spiegava e a me sembrava brutto dirgli che non capivo un fico secco di quello che mi diceva, quindi lo ascoltavo in silenzio, forse con uno sguardo interrogativo, forse. Siamo andati su all’altra malga e mi ha spiegato dove vanno a rintanarsi le capre, praticamente il lavoro è continuo, ‘ste capre scorazzano tranquille in uno spazio enorme, e capita di doverle andare a recuperare sulla vetta della montagna, a ore di cammino.. spero veramente di farcela! Vabbè vediamo che succede, magari ci prendo gusto…

Storie d’ordinario alpeggio…

Il tempo scorre lento a Bosco Gurin, a volte le lancette sembrano incagliarsi sulle ore, poi però quando arriva la sera sei sempre stanco stravolto e, se ci pensi, non ricordi bene quello che hai fatto ma l’hai fatto con piacere.

Andrea è dovuto scappare in paese a vedere se le capre stanno combinando un altro dei loro disastri floreali. Fuori dalla finestra una nuvola biancastra avvolge tutto il paesaggio, rendendolo ancora più irreale, quasi inverosimile.

Oggi dovrebbero accompagnarmi su all’alpe. Li c’è Mao, un operaio che sta preparando la stalla e la cantina per l’arrivo degli animali e la stiva dei formaggi. A me toccherà mettere a posto la casa per l’arrivo di tutta la troupe, e non mi dispiace questa idea di stare da sola su in montagna per un po’, avrò tempo per pensare, riflettere, scrivere probabilmente, leggere forse.

100_0230

Prime impressioni in altezza!

Piove a Bosco Gurin. E il cielo è grigio e nuvoloso, cupo. Io non sono contenta quando il cielo è così, sento un senso di insofferenza che mi monta dentro, incontenibile. Anche Astrid non è contenta, perché non può andare fuori a giocare ed è costretta a rimanere in casa. Di gran lunga preferisce scorazzare nei prati con la bicicletta, o costruire castelli nella montagna di sabbia che gli operai hanno lasciato davanti casa: la usano per restaurare il grotto accanto a quello in cui viviamo noi e, quando loro non ci sono, Astrid e Maya possono sbizzarrirsi a costruirci dentro enormi piste da sci, castelli fortificati e cascate con impetuosi ruscelletti. Siamo in nove in casa: Laura e Michele con le loro tre figlie, Oberdan, 17 anni e tanta voglia di scappare da qui e tornare a fare niente con i suoi amici nel milanese, Andrea, il pastorello rasta con la fidanzata Rosi che è venuta a trovarlo per un paio di giorni, e io. Poi ci sono 22 vacche in stalla, 12 vacche al pascolo, 100 capre, 3 maiali e 12 galline..insomma un bel po’ da lavorare!

 

100_0192

E qui i problemi sono:

1) Bisogna andare a comprare i fiori per la vicina perché le capre hanno mangiato tutti i fiorellini delle sue fioriere!

2) Bisogna ricordarsi di tenere legato il cane sennò insegue la cagnetta in calore giù in paese e il vicinato non è contento!

3) Si deve andare in paese a comprare il pane perché la responsabile del negozietto di qui ha dato segni di insofferenza al lavoro rivendendo prodotti non suoi e quindi ora nessuno si fida più di lei!

4) Alle 17 bisogna correre a fare la spesa alla Coop, se arrivi alle 17.30 la commessa forse non ti fa entrare perché alle 18 chiude e ha bisogno di tempo per fare la chiusura cassa!

Insomma...in un paesino di 30 abitanti, abbarbicato in montagna più del villaggio di Annette e circondato da prati verdissimi, pare che il principale problema sia…il vicinato!!!!! Incredibile ma vero!

100_0213

Oggi ho provato a mungere le capre, sono tantissime! Le mammelle hanno una consistenza strana, disgustosa, e devo dire che, nonostante i miei sforzi, i margini di miglioramento sono assolutamente considerevoli! Poi probabilmente facevo anche male a quelle povere creature, perché continuavano a scalciarmi contro! Poi ho fatto una capatina anche nella stalla delle vacche, dove Oberdan e Andrea cercavano di bloccarle dentro le morse per poter facilitare le operazioni di mungitura, una operazione anche questa non facile visto che erano costretti a ricorrere alla violenza, una violenza notevole per un essere umano, assolutamente trascurabile per un bovino adulto che pesa 300 chili…quando si dice l’incomunicabilità! Stasera si è cenato tardi, perché le vacche sono scappate e Andrea e Michele sono corsi fino alla cima della montagna per recuperarle. Noi guardavamo preoccupati dalla finestra, e onestamente non saprei indicare quanto fosse preoccupazione per loro, costretti ad arrampicarsi sotto la pioggia battente, o per la pasta che si raffreddava ormai cotta in pentola!

Domani si va all’alpe, la casa in cima alla montagna dove tutta la famiglia si trasferisce per l’alpeggio, la produzione casearia, l’avventura estiva. Guardo fuori dalla finestra ed è buio pesto, oltre quel vetro un silenzio spezzato solo dallo scampanellare delle vacche, le nostre vacche. Una nuova avventura è cominciata, un’avventura fatta di animali e bambini, fango e puzza, passeggiate e chiacchiere.

100_0234

mercoledì 8 giugno 2011

Upside Down!

Mentre il mondo gira al contrario, è difficilissimo trovare lavoro e, se lo trovi, è quasi impossibile portare uno stipendio a casa, ho deciso di cambiare prospettiva e provare a guardare il bicchiere mezzo pieno, e ho deciso di investire quattro mesi sulla mia crescita personale…

 100_0160

 

…e son o finita qui…

zaino 100_0158in spalla, sorriso sulle labbra e qualche lacrima che verrà presto lavata via dalla pioggia o asciugata via dal sole svizzero! E già, sono in Canton Ticino e per la precisione a Bosco Gurin, un paesino della Val Maggia che conta trenta abitanti d’inverno e qualche centinaio d’estate. A dire il vero il paesello lo vedo dall’alto in basso perchè la mia “casa” fino a fine settembre sarà l’Alpe Grossalp, a 1709 m. slm. Qui, assieme alla famiglia Arcioni e agli operai, gestiremo un alpe, un allevamento di alta montagna con produzione casearia D.O.P. del Canton Ticino.

100_0177

Per me, abituata alle città del Sud, con idee abbastanza vaghe su cosa sia una stalla e su come si gestisca un gregge, si apre una sfida avvincente, anche perchè sarò responsabile delle 80 capre che fra pochi giorni arriveranno a farci compagnia!

Siete curiosi di sapere come va a finire?

Per ora vi lascio con una canzone.

Qualche settimana fa, seduta sul divano di casa mia ad interrogarmi senza pace su quale sarebbe stato il mio futuro prossimo, l’ho ascoltata, e così ho provato anche io a guardare il mondo upside down…e sono finita qui! in fondo è con questa canzone che è cominciata la mia avventura svizzera!