domenica 31 luglio 2011

Turisti per caso

Di turisti ce ne sono di vario genere, ma tutti, in montagna, seguono i sentieri (come peraltro è giusto che sia!) e quindi, salendo verso la Capanna Grossalp, incontrano il nostro alpe.

Ci sono gli “scontrosi”, che si infilano con la testa nel carro mungitura, ti vedono che stai lavorando e non ti dicono nemmeno “Buongiorno”…

Ci sono i “parsimoniosi”, che ti chiedono mezz’ora di spiegazione su tutti i formaggi che produci per poi acquistarne solo 50 grammi…

Ci sono gli “spaesati”, che ti chiedono se ci sono strade più comode per scendere in paese perchè il sentiero è troppo ripido per avventurarsi con la scarpina con il tacchetto…

Ci sono poi i “saputelli”, che si fermano a parlare e dispensano gratuitamente consigli sul tuo lavoro…

Se stai lavorando, hai poco tempo e sei stanco (condizione usuale in un alpe), li odi tutti. Indistintamente.

sabato 30 luglio 2011

La dura legge dell'allevamento

Ieri è andato via Tello, il nostro vitellino più piccolo. E' stato venduto ad un allevamento da carne perchè è un torello e nella nostra mandria i due tori che abbiamo già sono più che sufficienti. E' stato tristissimo.
Chi dice che gli animali non si accorgono delle separazioni sbagliano di grosso.
Appena l'abbiamo separato dalla mamma ha cominciato ad agitarsi tantissimo, sprigionando una forza fuori dal comune. Ha divelto le transenne in cui era rinchiuso per ben tre volte e ci è toccato pure andare a rincorrerlo su per la montagna! Povero Tello...
La mamma da ieri non smette di muggire, chiamamndolo invano. Un muggito straziante, intenso, funereo.


Mi si è stretto il cuore, di certo non sono ancora pronta per affrontare queste emozioni...

giovedì 28 luglio 2011

La mandria, l’anima dell’alpe

Tutta la mandria dell’azienda Arcioni è composta da 102 bovini: 47 vacche da latte e 5 vitelli, e 50 manze.

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Le manze non producono latte quindi per comodità le teniamo lontane dalle vacche, altrimenti, salendo sul carro anche loro per mangiare la farina, rallenterebbero di molto le operazioni di mungitura.

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Stanno su a Bann o su di li, di tanto in tanto Mao va a controllare che stiano bene e in gruppo. A volte scendono a farci una visita, soprattutto quando fa freddo o piove tanto, e in quel caso è un casino di campanacci, muggiti e cacche dappertutto.

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Si devono separare dalle mamme vacche e l’operazione spesso richiede tempo e fatica. Le vacche invece sono itineranti, in recinti diversi durante la notte e il giorno, che vengono cambiati tutti i giorni per permettere loro di mangiare l’erba.

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Se non fossero chiuse in recinti, avendo la possibilità di spostarsi continuamente in uno spazio ampio senza confini naturali come boschi o pietraie, continuerebbero a cercare sempre l’erba migliore senza fermarsi a mangiare e recuperarle per la mungitura costerebbe tantissimo tempo. La costruzione dei recinti è l’operazione più noiosa per i pastori di vacche. La pastora di vacche all’alpe Grossalp è Michela, ma sia per i recinti che per la mungitura viene aiutata da Michele di mattina e dal Mao di pomeriggio.

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Anche la posizione del carro della mungitura cambia a seconda di dove si trovano le vacche. Prima era a Curza di Bundi, ora sono qui all’alpe, poi andranno a Tell e infine a Grossalp, in ognuno di questi posti c’è il piazzale di cemento per sistemare il carro.

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Di solito le vacche sono placide e tranquille, si muovono lentamente e non causano problemi. A volte nel contarle manca una..e bisogna cercarla. Si riunisce allora lo squadrone emergenza: Mao e Michela.

Una volta mancava Tello, il vitello più piccolo.

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Dopo averlo cercato per i famosi mari e monti svizzeri senza risultato Michela è ripartita con Laura, mamma progresso, l’unica donna che pensa di poter fare tutto con un cuccioletto di sette mesi attaccato al marsupio. Primo fiume, niente. Secondo fiume, niente. Terzo fiume incontrano una corda, provvidenziale. In una scarpata trovano Tello, nervoso perché il suo tentativo di affermare la sua indipendenza è risultato un po’ pericoloso. Le nostre eroine non si lasciano impaurire e scendono a prenderlo, lo legano e comincia l’avventura. Chi l’avrebbe mai detto che un vitello di una settimana di vita possa avere la forza per strattonare due donne adulte e piene di energia???

In un attimo Michela era a terra, e Laura, divisa tra risate e paura, attaccata a un ramo. Sono tornate un’ora dopo trafelate ma vittoriose, con il vitello al guinzaglio, desiderose di riconsegnarlo alla sua mamma, che nel frattempo si era fatta mungere impassibile senza dimostrarsi minimamente preoccupata…

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Anche due giorni fa non tornavano i numeri, e Mao ha cercato la vacca assente per tutta la valle, fino a una profondissima scarpata in cui era caduta, un salto ripidissimo di 200 metri. Per recuperare la carcassa ci è voluto l’elicottero, un’operazione complicata e costosa; per fortuna tutta la mandria è assicurata, altrimenti sarebbe un bel danno per l’azienda!

Una mucca produce all’incirca 15 litri di latte al giorno in alpeggio, e chiaramente rappresenta l’introito maggiore per l’azienda agricola. Dal loro latte facciamo burro, mascarpa, buscion, yogurt, formaggella di mucca, formaggio d’alpe, ricotta…

Dopo la mungitura iniziano le interminabili operazioni di pulizia, chi raccoglie le buasce, o cacche, e chi pulisce con l’acqua tutto il piazzale!

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lunedì 25 luglio 2011

Tutto è possibile!

Stamattina, mentre finivamo le operazioni di mungitura, è arrivato un escursionista. Circa 70 anni, partito questa mattina alle 04.40 dalla Val Formazza, dall'altra parte della cima. Solo. Arriverà giù a Bosco Gurin, si fermerà per una notte e poi tornerà indietro.
E' proprio vero che nella vita tutto è possibile, basta volerlo.
Il suo sguardo radioso e pieno di vina è stato un bellissimo "buongiorno"!

venerdì 22 luglio 2011

Il sacro rito della mungitura

Le mie giornate qui all’alpeggio sono scandite dal rito della mungitura. Due appuntamenti fissi, imprescindibili, irrinunciabili. Può succedere di tutto durante la giornata ma la mungitura è sacrosanta, a quella non si rinuncia. Mai.

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La prima è alle 6.30 di mattina. Dopo l’arrivo delle vacche, posso chiudere i cancelli per far scendere le capre dal recinto della notte a quello della mungitura. Di solito mi aiuta Ron a compiere questa operazione, altrimenti le mie amichette a quattro zampe mi prendono in giro saltando solo da un piano all’altro della loro stalla, sbeffeggiandosi delle mie urla e del mio atteggiamento autoritario. Una volta scese si accalcano sulla scaletta che permette l’ingresso al carro della mungitura, sanno che a breve avranno la loro dose di farina!

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A volte nell’attesa scoppia una rissa, vola qualche cornata, i più piccoli di solito hanno la meglio e riescono ad intrufolarsi fino alle prime posizioni! A volte scappano, saltano giù dal carro e mi tocca inseguirle fino a quando si arrendono a decidono di rientrare nel cortile! Spesso io sono esausta ben prima di loro!!

È dura a volte avere a che fare con 104 caprette!!

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Sul carro entrano in gruppi da dodici, di solito cerco di tenere giù le caprette che non vanno munte, ma ultimamente hanno imparato a comportarsi da signorinelle ed evitano di saltellare di qua e di là alla ricerca di qualche capezzolo disponibile, allora permetto loro di rimanere sul carro, ma solo fino a quando si comportano bene, altrimenti scendono, dopotutto le capre sono famose per i salti!

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Quando tutto il rituale termina, verso le 9.00 di mattina, iniziano le operazioni di pulizia, ma prima di tutto libero le capre. Sono libere di pascolare a loro piacere fino alle 16.00 più o meno, poi di solito tornano a casa. A volte si trattengono di più fuori allora bisogna andarle a cercare, armati di Ron e di un bastone che serve più da scena che per altro!

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Spesso mi tocca portarne una in braccio fino a casa, è la più viziata delle caprette, si chiama Bianchina e ha una zampetta malata. Quando vuole salta come le altre, quando mi vede si atteggia a malaticcia e ama prendersi tutte le coccole del mondo! Sto cercando di utilizzare la tecnica della non violenza nel mio rapporto con loro, e mi sa che funziona! Le caprette cercano e danno affetto, certo non sempre si ragiona sulla stessa lunghezza d’onda..

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Di solito la mungitura della mattina è più nervosa di quella del pomeriggio. Dopo aver passeggiato tutta la giornata in libertà le caprette sono più rilassate, e meno dispettose! Prima di chiuderle nel recinto per la notte di solito c’è un altro rituale da seguire: la salatura. Le capre sono ghiotte di sale, e coccolarle dando loro del sale è un modo per farsele amiche e tenersele buone..

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È un momento difficile, perché non si rendono conto di poter essere pesanti né tantomeno di poter far male con le corna…

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Di solito mi accerchiano appena oltrepasso l’ingresso del recinto, e la morsa si fa sempre più stretta! A volte ce la faccio da sola a sbrogliare la matassa di corna, zampe, e peli, a volte chiedo l’aiuto di Ron, che, fedele, arriva puntuale in mio ausilio.

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martedì 19 luglio 2011

Quando il gatto non c’è…

Quando il gatto non c’è, i topi ballano! dice il proverbio…e questa doveva essere la nostra settimana da topi ballanti, visto che Laura e Michele erano andati in ferie affidandoci l’alpe Grossalp.

Ma i topi ballano soprattutto se hanno tempo, e qui il tempo scarseggia sempre. Soprattutto poi se si considerano le emergenze, sempre appostate dietro l’angolo e pronte a saltar fuori nel momento meno opportuno e giusto un attimo dopo che ti è balenato quel pensiero..ora mi rilasso!

Come quando il vitello è impazzito e ha trascinato Paul nel fango per decine di metri, non sapevamo se ridere o piangere!

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O quando a notte fonda eri fuori a guardare le stelle e tac..grugnito di maialini in libertà…e vai per due ore a rincorrere i maialini nel fango fino alle ginocchia, dove diventa difficile anche camminare, figuriamoci correre! Abbiamo provato a richiamarli col cibo, a legarli al guinzaglio, a prenderli per le orecchie..niente da fare, se i maiali puntano i piedi e decidono di stare fermi, c’è poco da fare per smuoverli!

E poi è il giorno dedicato a tinteggiare, ci vuole nuova vita per le pareti dell’alpe Grossalp! Tutto il giorno a spennellare, io col rullo e Andrea, paziente, a curare le rifiniture! Che capolavoro!

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E ancora pioggia pioggia e pioggia scrosciante, intensa, senza fine. E fulmini e tuoni a rompere il silenzio. E così anche un vitello è finito in un fiume in un crepaccio, lesionandosi la zampa cadendo…e vai armati di corde, scarponi e ramponi a liberarlo! Operazione riuscita, i nostri eroi meritano una fragrante fetta di torta per merenda!

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Per fortuna il momento delle risate non manca mai, nemmeno sotto la pioggia! allora ognuno si diverte come può, chi facendo il rodeo,

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e chi improvvisandolo!

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Insomma la settimana si è conclusa e siamo andati anche a conoscere i laghetti su in vetta!

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L’alpe, tutto sommato, è ancora in piedi, e la famiglia Arcioni non solo non è diminuita ma, tra una risata e l’altra, è cresciuta con un nuovo vitello…

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mercoledì 13 luglio 2011

Finchè la barca va…

Alle 05.30 quando abbiamo aperto gli occhi l’acqua batteva forte sul tetto. All’unisono abbiamo sperato che smettesse entro i successivi 10 minuti, per permetterci di mungere secondo programma. Ma i programmi sono fatti per essere cambiati…

Lampi, fulmini, saette, e tanta tanta acqua.

Sulle dorsali delle montagne si sono formati rivoli che sono diventati ben presto cascate, il piazzale si è riempito di mucche, fango e cacca; le capre, nervosissime, hanno divelto tutti i recinti che incontravano davanti e che le separava dal capannone della notte, dove almeno potevano stare all’asciutto.

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All’adunata delle mucche della mattina mancava una vacca. Michela si è offerta di andarla a cercare, e l’ha trovata, eccome se l’ha trovata. Allattando il suo nuovo vitello sotto un albero, nato nella notte all’insaputa di tutti…Aggiungi un posto a tavola…!!!!

Dopo aver munto con estrema fatica abbiamo spento tutte le macchine e siamo entrati a fare colazione rimandando le pulizie a quando avrebbe smesso di piovere.

E in casa…acqua dappertutto! La casa trasformata in un colabrodo, acqua per le scale, acqua sotto le poltrone, acqua dai muri!!! E le asciugamani che non bastavano mai!!!!

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Quando finalmente ha smesso di piovere abbiamo ricominciato da dove avevamo lasciato. Chi ha accompagnato le vacche al recinto del giorno ha dovuto fare un salvataggio: un vitello è caduto nel fiumiciattolo e ci sono volute tre persone per tirarlo fuori! Amaro Montenegro, sapore vero!

 

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Ora siamo in tregua, non piove da mezz’ora, l’emergenza è rientrata, chissà se per oggi è finita qui..

sabato 9 luglio 2011

Un’esperienza speciale

Ci sono delle piccole cose che fanno di un periodo trascorso in un alpe una esperienza speciale:

- Poter gridare la mattina chiamando gli animali perché non disturbi nessuno

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- Poter fare la pipì dove ti va, quando ti va, su e giù per la montagna

- Avere il tempo di fare le coccole a Ron, il mio collaboratore di fiducia

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- Raccogliere i fiorellini di montagna

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- Poter andar in giro sotto il sole senza preoccuparsi di portarsi dietro l’acqua, basta chinarsi a bere in uno dei tanti ruscelletti di acqua fresca

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- Respirare a pieni polmoni e sentire l’odore dell’erba, del fango, e distinguere la puzza delle capre e quella delle mucche

- Avere a disposizione gli yogurt per la mattina, e il formaggio fresco ogni volta che vuoi

Per i miei soci in quest’esperienza le cose speciali sono:

MICHELE (il boss): prendere per i fondelli i dipendenti

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MICHELA (la pastora delle mucche): le litigate di Laura e Michele e le risate che ci facciamo tutti insieme

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PAUL (il piccolino dell’alpe): i dolci che prepariamo io e Laura

LAURA (il boss al femminile): la libertà di cui godono le bambine e il senso dell’avventura

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…per tutto il resto c’è la vita normale!

martedì 5 luglio 2011

Una domenica bestiale!

Il gavettone è una cosa seria e cominciare una battaglia d’acqua all’alpe significa sapere quando si inizia e non sapere quando finirà, perché a volte ci sono tregue mascherate da resa e, quando meno te l’aspetti, ti ritrovi di nuovo catapultato in trincea, con il nemico pronto ad assalirti da ogni dove.

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L’ultima scena era: Mao arroccato sul tetto armato fino ai denti; Paul, la spia, nascosto in caseificio, con due pompe dell’acqua a lunga gittata; io, Michela e Laura asserragliate in casa, completamente accerchiate, bagnate fradice e impossibilitate a qualsiasi mossa.

Siamo andati avanti così tutta la mattinata di domenica, tra urla e risate, mentre i cani abbaiavano storditi, senza capire dove finiva lo scherzo e si cominciava a fare sul serio.

Dopo pranzo siamo andati a fare una passeggiata a Bann. Siamo arrivati a 2400 mslm, ad una vecchia alpe con bivacco.

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Ci vivono Glauco, sua moglie e sua figlia. Un rifugio perfetto, isolato (raggiungibile solo in elicottero o tramite sentiero, un’ora dall’arrivo della funivia) e curato quanto basta per poter essere il luogo ideale in cui staccare la spina e ritrovare il contatto con il mondo. Lassù si respirava un’aria di calma e serenità.

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Con l’allegra compagnia abbiamo bevuto una birra prima di riprendere il cammino e andare a vedere le manze, che sono libere di scorazzare su e giù per le montagne.

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Le abbiamo trovate tutte e ci sono venute incontro trotterellando anche perché Mao le chiamava offrendo loro sale. Ci ha dato anche dimostrazione della sua abilità ginnica cercando di cavalcarne una.

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Oggi invece io e Michela abbiamo spostato la legna e l’abbiamo accatastata nella stalletta, per tenerla al riparo dall’acqua. Gli altri, nel frattempo, erano alle prese con la consulente che è venuta a controllare la qualità del latte e del procedimento di caseificazione: esame superato alla grande!

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Ogni giorno è un’esperienza nuova qui all’alpe Grossalp.A

È incredibile l’affetto che riescono a darti questi animali, anche senza dire una parola, e forse proprio per questo. Questa esperienza mi sta regalando tanto, soprattutto a livello emozionale. Momenti tristi e divertenti, spensierati e difficili, ma comunque sempre vissuti con molta intensità.

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