Le mie giornate qui all’alpeggio sono scandite dal rito della mungitura. Due appuntamenti fissi, imprescindibili, irrinunciabili. Può succedere di tutto durante la giornata ma la mungitura è sacrosanta, a quella non si rinuncia. Mai.
La prima è alle 6.30 di mattina. Dopo l’arrivo delle vacche, posso chiudere i cancelli per far scendere le capre dal recinto della notte a quello della mungitura. Di solito mi aiuta Ron a compiere questa operazione, altrimenti le mie amichette a quattro zampe mi prendono in giro saltando solo da un piano all’altro della loro stalla, sbeffeggiandosi delle mie urla e del mio atteggiamento autoritario. Una volta scese si accalcano sulla scaletta che permette l’ingresso al carro della mungitura, sanno che a breve avranno la loro dose di farina!
A volte nell’attesa scoppia una rissa, vola qualche cornata, i più piccoli di solito hanno la meglio e riescono ad intrufolarsi fino alle prime posizioni! A volte scappano, saltano giù dal carro e mi tocca inseguirle fino a quando si arrendono a decidono di rientrare nel cortile! Spesso io sono esausta ben prima di loro!!
È dura a volte avere a che fare con 104 caprette!!
Sul carro entrano in gruppi da dodici, di solito cerco di tenere giù le caprette che non vanno munte, ma ultimamente hanno imparato a comportarsi da signorinelle ed evitano di saltellare di qua e di là alla ricerca di qualche capezzolo disponibile, allora permetto loro di rimanere sul carro, ma solo fino a quando si comportano bene, altrimenti scendono, dopotutto le capre sono famose per i salti!
Quando tutto il rituale termina, verso le 9.00 di mattina, iniziano le operazioni di pulizia, ma prima di tutto libero le capre. Sono libere di pascolare a loro piacere fino alle 16.00 più o meno, poi di solito tornano a casa. A volte si trattengono di più fuori allora bisogna andarle a cercare, armati di Ron e di un bastone che serve più da scena che per altro!
Spesso mi tocca portarne una in braccio fino a casa, è la più viziata delle caprette, si chiama Bianchina e ha una zampetta malata. Quando vuole salta come le altre, quando mi vede si atteggia a malaticcia e ama prendersi tutte le coccole del mondo! Sto cercando di utilizzare la tecnica della non violenza nel mio rapporto con loro, e mi sa che funziona! Le caprette cercano e danno affetto, certo non sempre si ragiona sulla stessa lunghezza d’onda..
Di solito la mungitura della mattina è più nervosa di quella del pomeriggio. Dopo aver passeggiato tutta la giornata in libertà le caprette sono più rilassate, e meno dispettose! Prima di chiuderle nel recinto per la notte di solito c’è un altro rituale da seguire: la salatura. Le capre sono ghiotte di sale, e coccolarle dando loro del sale è un modo per farsele amiche e tenersele buone..
È un momento difficile, perché non si rendono conto di poter essere pesanti né tantomeno di poter far male con le corna…
Di solito mi accerchiano appena oltrepasso l’ingresso del recinto, e la morsa si fa sempre più stretta! A volte ce la faccio da sola a sbrogliare la matassa di corna, zampe, e peli, a volte chiedo l’aiuto di Ron, che, fedele, arriva puntuale in mio ausilio.
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