venerdì 22 luglio 2011

Il sacro rito della mungitura

Le mie giornate qui all’alpeggio sono scandite dal rito della mungitura. Due appuntamenti fissi, imprescindibili, irrinunciabili. Può succedere di tutto durante la giornata ma la mungitura è sacrosanta, a quella non si rinuncia. Mai.

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La prima è alle 6.30 di mattina. Dopo l’arrivo delle vacche, posso chiudere i cancelli per far scendere le capre dal recinto della notte a quello della mungitura. Di solito mi aiuta Ron a compiere questa operazione, altrimenti le mie amichette a quattro zampe mi prendono in giro saltando solo da un piano all’altro della loro stalla, sbeffeggiandosi delle mie urla e del mio atteggiamento autoritario. Una volta scese si accalcano sulla scaletta che permette l’ingresso al carro della mungitura, sanno che a breve avranno la loro dose di farina!

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A volte nell’attesa scoppia una rissa, vola qualche cornata, i più piccoli di solito hanno la meglio e riescono ad intrufolarsi fino alle prime posizioni! A volte scappano, saltano giù dal carro e mi tocca inseguirle fino a quando si arrendono a decidono di rientrare nel cortile! Spesso io sono esausta ben prima di loro!!

È dura a volte avere a che fare con 104 caprette!!

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Sul carro entrano in gruppi da dodici, di solito cerco di tenere giù le caprette che non vanno munte, ma ultimamente hanno imparato a comportarsi da signorinelle ed evitano di saltellare di qua e di là alla ricerca di qualche capezzolo disponibile, allora permetto loro di rimanere sul carro, ma solo fino a quando si comportano bene, altrimenti scendono, dopotutto le capre sono famose per i salti!

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Quando tutto il rituale termina, verso le 9.00 di mattina, iniziano le operazioni di pulizia, ma prima di tutto libero le capre. Sono libere di pascolare a loro piacere fino alle 16.00 più o meno, poi di solito tornano a casa. A volte si trattengono di più fuori allora bisogna andarle a cercare, armati di Ron e di un bastone che serve più da scena che per altro!

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Spesso mi tocca portarne una in braccio fino a casa, è la più viziata delle caprette, si chiama Bianchina e ha una zampetta malata. Quando vuole salta come le altre, quando mi vede si atteggia a malaticcia e ama prendersi tutte le coccole del mondo! Sto cercando di utilizzare la tecnica della non violenza nel mio rapporto con loro, e mi sa che funziona! Le caprette cercano e danno affetto, certo non sempre si ragiona sulla stessa lunghezza d’onda..

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Di solito la mungitura della mattina è più nervosa di quella del pomeriggio. Dopo aver passeggiato tutta la giornata in libertà le caprette sono più rilassate, e meno dispettose! Prima di chiuderle nel recinto per la notte di solito c’è un altro rituale da seguire: la salatura. Le capre sono ghiotte di sale, e coccolarle dando loro del sale è un modo per farsele amiche e tenersele buone..

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È un momento difficile, perché non si rendono conto di poter essere pesanti né tantomeno di poter far male con le corna…

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Di solito mi accerchiano appena oltrepasso l’ingresso del recinto, e la morsa si fa sempre più stretta! A volte ce la faccio da sola a sbrogliare la matassa di corna, zampe, e peli, a volte chiedo l’aiuto di Ron, che, fedele, arriva puntuale in mio ausilio.

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elke

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