giovedì 28 luglio 2011

La mandria, l’anima dell’alpe

Tutta la mandria dell’azienda Arcioni è composta da 102 bovini: 47 vacche da latte e 5 vitelli, e 50 manze.

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Le manze non producono latte quindi per comodità le teniamo lontane dalle vacche, altrimenti, salendo sul carro anche loro per mangiare la farina, rallenterebbero di molto le operazioni di mungitura.

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Stanno su a Bann o su di li, di tanto in tanto Mao va a controllare che stiano bene e in gruppo. A volte scendono a farci una visita, soprattutto quando fa freddo o piove tanto, e in quel caso è un casino di campanacci, muggiti e cacche dappertutto.

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Si devono separare dalle mamme vacche e l’operazione spesso richiede tempo e fatica. Le vacche invece sono itineranti, in recinti diversi durante la notte e il giorno, che vengono cambiati tutti i giorni per permettere loro di mangiare l’erba.

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Se non fossero chiuse in recinti, avendo la possibilità di spostarsi continuamente in uno spazio ampio senza confini naturali come boschi o pietraie, continuerebbero a cercare sempre l’erba migliore senza fermarsi a mangiare e recuperarle per la mungitura costerebbe tantissimo tempo. La costruzione dei recinti è l’operazione più noiosa per i pastori di vacche. La pastora di vacche all’alpe Grossalp è Michela, ma sia per i recinti che per la mungitura viene aiutata da Michele di mattina e dal Mao di pomeriggio.

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Anche la posizione del carro della mungitura cambia a seconda di dove si trovano le vacche. Prima era a Curza di Bundi, ora sono qui all’alpe, poi andranno a Tell e infine a Grossalp, in ognuno di questi posti c’è il piazzale di cemento per sistemare il carro.

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Di solito le vacche sono placide e tranquille, si muovono lentamente e non causano problemi. A volte nel contarle manca una..e bisogna cercarla. Si riunisce allora lo squadrone emergenza: Mao e Michela.

Una volta mancava Tello, il vitello più piccolo.

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Dopo averlo cercato per i famosi mari e monti svizzeri senza risultato Michela è ripartita con Laura, mamma progresso, l’unica donna che pensa di poter fare tutto con un cuccioletto di sette mesi attaccato al marsupio. Primo fiume, niente. Secondo fiume, niente. Terzo fiume incontrano una corda, provvidenziale. In una scarpata trovano Tello, nervoso perché il suo tentativo di affermare la sua indipendenza è risultato un po’ pericoloso. Le nostre eroine non si lasciano impaurire e scendono a prenderlo, lo legano e comincia l’avventura. Chi l’avrebbe mai detto che un vitello di una settimana di vita possa avere la forza per strattonare due donne adulte e piene di energia???

In un attimo Michela era a terra, e Laura, divisa tra risate e paura, attaccata a un ramo. Sono tornate un’ora dopo trafelate ma vittoriose, con il vitello al guinzaglio, desiderose di riconsegnarlo alla sua mamma, che nel frattempo si era fatta mungere impassibile senza dimostrarsi minimamente preoccupata…

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Anche due giorni fa non tornavano i numeri, e Mao ha cercato la vacca assente per tutta la valle, fino a una profondissima scarpata in cui era caduta, un salto ripidissimo di 200 metri. Per recuperare la carcassa ci è voluto l’elicottero, un’operazione complicata e costosa; per fortuna tutta la mandria è assicurata, altrimenti sarebbe un bel danno per l’azienda!

Una mucca produce all’incirca 15 litri di latte al giorno in alpeggio, e chiaramente rappresenta l’introito maggiore per l’azienda agricola. Dal loro latte facciamo burro, mascarpa, buscion, yogurt, formaggella di mucca, formaggio d’alpe, ricotta…

Dopo la mungitura iniziano le interminabili operazioni di pulizia, chi raccoglie le buasce, o cacche, e chi pulisce con l’acqua tutto il piazzale!

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