venerdì 2 settembre 2011

Un ospite speciale

La settimana scorsa le capre sono tornate a casa con un ospite. Un nuovo becco, in aggiunta al nostro. Non si sapeva da dove provenisse né a chi appartenesse. Schivo di carattere, nero di pelo e con due corna da paura.

Nel gregge la novità ha provocato un’incontenibile turbolenza. In questo periodo infatti le capre entrano in calore. E non parlo dei 40 gradi all’ombra dell’estate italiana, ma del periodo in cui sono feconde, hanno desiderio di accoppiarsi e di procreare. Insomma gli ormoni impazziscono e le conseguenze sono facilmente immaginabili.

I primi due giorni scorrono tranquilli, il becco nuovo litiga col nostro (che è un po’ meno macho), le caprette sono contente e tutti si accoppiano. Poca PEACE ma molto LOVE! Poi inizia l’inferno.

Sabato vado a prenderle ai Boccioni, 2,5 ore di cammino per andare su, scalando rocce e inerpicandomi su declivi molto scoscesi.

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Una paura incredibile, soprattutto quando ti rendi conto di essere immersa in una nuvola, sulla cresta di una montagna, a cavalcioni su una roccia, con una gamba in Svizzera e l’altra in Italia. Secondo giorno le trovo per caso mentre cerco il mio zainetto, scivolato giù da un roccione il giorno precedente (insieme alla mia macchinetta fotografica, ops!). Terzo giorno salgono sulla Croce, il punto più ripido e pericoloso delle montagne qui attorno.

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Le chiamo per ore, ma niente, sono tutte appollaiate sulla cresta, guardano in giù, belano ma niente, non si muovono.

Ieri siamo partiti con una task force speciale: io, Mao, Dumbo (il cagnolino del Mao) e poi ci ha raggiunti Michele. Mao è salito sulla Croce passando da Bann, io sono andata in Bocchetta, da dove, in teoria, sarebbero dovute scendere. Mi sono sgolata a chiamarle, dalle 16.00 alle 18.00. Niente. Si sentivano i rumori delle campanelle e potevo distinguere Bianchina che belava, l’altra che si grattava, due che litigavano. Ma niente. Nemmeno un passo. Mao è arrivato a 20 metri da loro e continuava a chiamarle anche lui senza risultato. Non poteva passare oltre, troppo pericoloso. Ma non c’è pericolo che tenga per Mao, allora dopo un po’, invece di arrendersi, è passato di là aiutandosi con una fune. E finalmente le capre hanno cominciato a scendere. Incubo finito!

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Ieri sera abbiamo finito di mungerle alle 21.30, e Michele e i ragazzi hanno catturato il becco nero e l’hanno portato via, cercando il proprietario per riconsegnarglielo al più presto. E già, perché secondo noi è lui che ha provocato con il suo spirito libero lo scompiglio nel mio gregge, visto che fino a poco tempo fa le mie caprette tornavano addirittura sole tutti i giorni, puntuali alle 15.15. E ora? Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, per ora cerchiamo di convincerle a farle scendere in giù piuttosto che salire. Speriamo di riuscirci!

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