giovedì 15 settembre 2011

Le difficoltà della convivenza

Chiaro. Paese che vai, usanze che trovi. E se vai in un altro paese devi essere predisposto ad adattarti e disponibile a cambiare alcune delle tue abitudini. Improvvisamente l’orlo del letto non devi più piegarlo come hai sempre fatto o cominci a dormire su lenzuola di spugna che fino a quel momento hai utilizzato come coprimaterasso. È quello che succede anche qui, in Canton Ticino. Un posto in cui si parla italiano, infatti spesso dimentico di non essere in Italia, ma con una forte nota tedesca, soprattutto sulla cucina. E allora i sapori cambiano e vengono stravolti, l’olio d’oliva (che per me è un must) viene sostituito con il burro o con l’olio di semi, il basilico non viene apprezzato, i pomodori e l’insalata diventano pasti per caprette.

C’è chi dice che il lavoro dell’alpe sia duro, faticoso, malpagato, estenuante. Ma la cosa più difficile di tutte, quando si vive a 2000 m. di altezza, isolati dal mondo con gli animali come unica compagnia, è la convivenza. Ognuno ha il suo carattere, ognuno le sue abitudini, ognuno crede di avere ragione. E le stesse facce (i datori di lavoro, gli operai) te le ritrovi attorno 24 ore su 24, mentre lavori, mentre ti rilassi, mentre dormi (perché spesso gli spazi sono austeri), mentre sei in bagno e mentre hai voglia di startene un po’ per i fatti tuoi. E questi sono i momenti peggiori.

E allora, superata la prima fase di conoscenza in cui ognuno è predisposto a tollerare l’altro per conoscerlo meglio, scoppiano le liti. A volte furibonde. I motivi scatenanti sono sempre gli stessi: i cani che non sono stati legati, le galline che non sono state contate, le uova che non sono state raccolte. Motivi futili che diventano micce incendiarie, trampolini di invettive che scavano nelle settimane precedenti, malintesi e rispostacce.

È duro vivere all’alpe anche perché qui i ruoli si confondono. La convivenza crea dei meccanismi tali per cui si diventa tutti simili a prescindere dai ruoli, tutti indispensabili, tutti parte di una grande famiglia. Ognuno ha le sue mansioni, ben divise, basta far saltare un ingranaggio e la macchina si intoppa, rischiando di bloccarsi. In un ambiente così strutturato ognuno è indispensabile, con i suoi pregi e i suoi difetti, e credo che, in fondo, anche le litigate, se dapprima possono ferire e far male, servano comunque a crescere.

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