venerdì 9 settembre 2011

Un pomeriggio al pascolo

Da quindici giorni le capre sono impazzite. Per via del “calore” e delle continue visite che continuano a ricevere (anche oggi è arrivato un nuovo becco, di razza vallesana, nero e con delle bellissime corna arcuate).

Ogni giorno devo spendere dalle 4 alle 6 ore (quando va bene) per andare a cercarle e talvolta sono talmente in alto che non riesco a prenderle e devo lasciarle fuori. E la mattima successiva alle 6.30 ricomincia la camminata e la ricerca. E’ successo sia ieri che oggi e allora, su consiglio di Michele, ho deciso di seguirle nel loro pascolo.

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Eccomi qui, a pascolo con le capre.

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E’ interessante osservare le cose da un’altra prospettiva: quella delle capre. Quello che per me è un luogo di lavoro e fatica, per loro è un grande parco giorchi. Cercano, per pascolare, gli angoli più ameni, ombrosi, ricchi di cespugli. Posti che io non attraverserei mai perchè sono impervi.

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Si arrampicano sui larici, mangiano le cime dei piccoli pini, rimangono incastrate tra i rami e scompaiono tra i cespugli, si disperdono e poi, a impercettibili segnali, si riuniscono e si spostano un pò più in là.

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C’è sempre un gruppo che cammina e un altro che mangia, praticamente procedono a staffetta.

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Saltellano, si rincorrono, si scornano, giocano…

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Questo episodio del mio blog nasce così, da una esperienza di pascolo vagante, e raccoglie i pensieri che mi trasmettono oggi, e che scrivo mentre le osservo seduta in un prato, ma poi interrompo bruscamente quando decidono di andar via.

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